Il
piatto nazionale argentino è l’asado. Deriva dall’usanza che
i gauchos avevano di cucinare la carne ed
è rimasta uguale fino ai giorni nostri. Il
procedimento è molto semplice: si taglia la bestia (agnello , maiale
e soprattutto manzo) a metà per il lungo e la si infila su dei grandi
spiedi piantati nel terreno con un’inclinazione di 20 gradi in modo
che il grasso non coli sul fuoco ma bagni la carne durante la cottura.
Il fuoco alimentato dal legno del quebracho sviluppa un gran calore e
una fiamma ridotta, favorendo così una cottura lenta e uniforme. A
pranzo, affinché il piatto sia pronto a mezzogiorno, bisogna
accendere il fuoco all’alba in modo da cuocere ogni taglio di carne
in tempi diversi. Nell’attesa che il padrone di casa prepari l’asado,vengono
servite le empanadas
“frittelle” di pasta sfoglia ripiene di carne, cipolla, uvetta e
varie spezie.
La
bevanda tipica è il mate una specie di thé dal sapore amaro
e di grande potere stimolante in quanto molto ricco di caffeina. È
curioso il suo metodo di preparazione: in una zucca svuotata, grande
come una pera, si mette una manciata di yerba mate e la si ricopre di
acqua bollente. Dopo aver lasciato in infusione per qualche minuto, si
aspira la bibita con la bombilla, cannuccia di metallo la cui
estremità inferiore è leggermente tondeggiante e bucherellata. Una
manciata di yerba serve per diverse infusioni e il mate viene fatto
girare fra gli invitati come fosse la nostra grolla valdostana.
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La
storia vinicola argentina inizia a metà del XVI secolo con l’arrivo dei
conquistadores spagnoli che impiantano i primi vigneti a Mendoza e San
Juan, ma il boom vero e proprio lo si ha nel XIX secolo con l’arrivo dei
primi emigrati italiani.
La
viticoltura argentina si sviluppa tra il 22° e il 42° parallelo
meridionale, zona nella quale il clima secco e quasi desertico influenza
notevolmente la crescita dei vigneti. Per questo motivo assume grande
importanza l’irrigazione con l’acqua proveniente dalle nevi perenni
delle Ande.
La
regione di Mendoza è la più grande produttrice di vini argentini (70-75%
della produzione nazionale). La combinazione tra il calore delle giornate
soleggiate e le notti fredde, fa sì che si crei un ambiente
particolarmente favorevole per la coltivazione di un’ampia gamma di
vitigni e la produzione di una grande varietà di vini.
Attualmente
la produzione predominante è rappresentata dai vini rossi e tra questi le
varietà più diffuse sono il Malbec, il Cabernet-Sauvignon, il Merlot il
Pinot nero, il Sirah e la Barbera.Tra i bianchi oltre ai ben noti
Chardonnay e Sauvignon spiccano per tipicità il Torrontes e l’Ugni
Blanc.
A
partire dal 1992 è iniziato un processo di miglioramento costante della
qualità a scapito della quantità con l’adozione della denominazione di
origine controllata che ha portato i vini argentini ai livelli delle
migliori produzioni mondiali.
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